In questa intervista scoprirai l’ABC della startup innovativa di successo. Troverai consigli e suggerimenti indispensabili, raccontati direttamente da chi lavora nel settore
Quante volte ti sei chiesto come creare una startup innovativa? Quanto tempo hai speso su Google senza trovare risposte soddisfacenti? È il momento di vederci chiaro.
Continua a leggere per scoprire come fondare una startup che funziona.
Ma prima di continuare, chiariamo subito:
1) Startup innovativa o startup è la stessa cosa?
No, perché le prime devono avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
2) Anch’io posso creare una startup innovativa?
Avviare una startup di questo tipo, promuovere la tua idea e ottenere risultati “concreti” richiede una serie di passaggi, altrettanto concreti. In questo articolo scoprirai quali sono.
Per osservare il mondo delle startup dall’interno, abbiamo chiesto all’advisor Gianluca Manitto (già founder di EpiCura) di spiegare quali sono gli step fondamentali da seguire, con un particolare focus su:
- Area legale
- Area contabile
- Sicurezza e GDPR
- Marketing
Quindi, calandoci nei panni di uno startupper, gli abbiamo posto alcuni degli interrogativi più frequenti. Ecco le sue risposte.
D: Ho un’idea innovativa da trasformare in startup. Cosa devo fare prima di partire?
R: Occorre capire, più approfonditamente, che tipo di prodotto andare a costruire e capire cosa vuole il mercato. L’errore più frequente è creare un prodotto che al mercato non interessa.
D: In che modo l’advisor supporta la crescita delle startup?
R: Il mio lavoro consiste nel mantenere un dialogo costante con gli interessati, per capire quale prodotto proporre alle persone che hanno la necessità di utilizzarlo. Si cercano persone disposte a interagire per comprendere le rispettive esigenze, in termini di prezzi e non solo.
D: Come gestire l’incrocio tra domanda e offerta?
R: Parliamo di due tipi di soggetti, chi offre e chi cerca. Occorre capire cosa spinge gli utenti ad utilizzare altri servizi simili. Quindi, si cerca di strutturare il nuovo prodotto per renderlo unico, evitando di replicare altri modelli esistenti.
D: Dopo aver creato la versione beta, come procedo?
R: Quando la bozza del prodotto è pronta, una seconda fase importante consiste nello sviluppo dell’applicativo, partendo da te e dal tuo team. C’è sempre una fase intermedia, in cui gun soggetto si interfaccia con il team tecnico per spiegare come costruire il tutto. Poi si passa alla generazione delle prime metriche, importante per rendersi appetibile a un investitore.
D: Come posso diffondere un servizio su larga scala?
R: Per un prodotto di questo tipo, monetizzare è più difficile se non trovi almeno i primi 10 clienti. Devi generare interesse, parlare con le persone, diffondere il servizio online, investire i primi ricavi in marketing per fare in modo che qualcuno utilizzi il tuo servizio. Questo lo rende appetibile: “Guardateci! Esistono persone interessate ad usarlo”.
D: E cosa succede quando inizio ad ottenere altri clienti?
R: Un altro fattore importante è che in questa fase puoi capire quali sono le prime criticità, non solo nel software, ma anche nel servizio in sé. Scopri cosa puoi fare per migliorarlo. Ad esempio, un passaggio può risultare poco chiaro e dev’essere modificato, e così via.
D: Per raccogliere fondi è necessario avere già un ambiente beta?
R: La ricerca dei fondi può iniziare anche prima, ma ti serviranno metriche per verificare la fattibilità del progetto. Un percorso di consulenza valido richiede almeno 5 mesi, anche se per arrivare a un round di raccolta fondi più importante potrebbero volerci anche 8 mesi.
Bisogna parlare agli investitori, produrre documenti di valore e rispondere bene alle loro domande, in modo da sciogliere i dubbi e convincerli ad investire. Poi bisogna organizzare un round di raccolta fondi, senza fissare condizioni stringenti (alcune clausole si possono limare in seguito). Nel mentre, si deve comunque lavorare sul progetto. Tutto dipende dai tempi di sviluppo e dal budget disponibile. Si procede tramite test: non esiste una formula magica o un percorso prestabilito. Tutto diventa chiaro lavorando sul campo. Si effettuano dei test investendo soldi in maniera mirata, per capire qual è la strada giusta da seguire.
D: In che modo, da consulente e startupper, riesci ad aiutare gli altri imprenditori?
R: Conosco molto bene le tempistiche, i metodi, gli errori da non commettere. A volte, ripensando al passato ti rendi conto di aver speso molto tempo su cose inutili. Se anch’io avessi avuto, all’inizio, la capacità di capire quali sono le azioni più importanti, avrei risparmiato moltissimo tempo. All’inizio ho impiegato 1 mese per realizzare un sito Wordpress, ma potevamo realizzare un landing page in 1 giorno. Non occorre costruire il sito web completo, se basta una landing standard per ottenere i primi 20 clienti.
D: Quando posso iniziare a considerare la startup come una “vera” azienda?
R: Molti impiegano 2 mesi per costituire la propria Srl. Se sei una startup e non hai ancora capito se l’idea può funzionare, non devi creare un’azienda. Per prima cosa, io farei una breve punto della situazione sulla parte tecnica, per la fase beta. Comincerei a studiare bene quello che c’è in giro, per capire quali leve di comunicazione utilizzare. Poi bisogna definire i prezzi, mettere online la versione beta e testarla.
D: Quali documenti presenteresti a un investitore?
R: Prima di tutto, redigerei 3 documenti:
– Business plan di durata triennale
– Uno slide deck condensato in 10/15 slide, da utilizzare per proiettare la presentazione
– Un documento più corposo, in cui le slide vengono spiegate meglio.
D: Quali vantaggi interessano le startup innovative?
R: Il primo è che nel 2019 gli investitori possono avere una detrazione pari al 40%. Investendo 10.000 euro, ad esempio, è possibile detrarre 4.000 euro dalle tasse. Ma sarebbe preferibile prima diffondere il prodotto e poi fornire le rispettive quote. Quindi, è possibile aprire ad un aumento di capitale per una nuova raccolta fondi. Per l’aumento del capitale basta rivolgersi ad un notaio e deliberarlo. A monte, bisogna definire la valutazione pre-money: se sei all’inizio, la valutazione generalmente è pari a 500.000 euro. Se definisci 500mila e ne raccogli 100mila, chiudi la valutazione post-money. Con 500+100, la società vale 600.000. Se ogni investimento di seimila euro vale l’1% del capitale, su 60.000 l’investitore otterrà le quote pari al 10%.
Nel round successivo potresti raccogliere 400.000 euro e salire a 1 mln. Quindi, torni dal notaio e riapri l’aumento di capitale. Per queste attività è meglio lasciarsi affiancare da un advisor con un ruolo di coordinamento.
D: Come posso adeguare la nascente startup al GDPR?
R: Bisogna rivolgersi a un consulente legale, anche per la parte fiscale.
D: E per pubblicizzare il nuovo prodotto?
R: Per le attività di marketing, usiamo spesso Google AdWords. Ma è consigliabile assumere qualcuno, anche un semplice freelance.
In conclusione: un buon advisor è la chiave del successo per l’avvio di startup innovative. Il suo lavoro (scrivere documenti, coordinare round di raccolta fondi, supportare e costruire una proposta appetibile per gli investitori) è un processo lungo, ma indispensabile per promuovere la tua startup. E se t’interessa un caso concreto, puoi leggere l’intervista precedente dedicata a EpiCura.